DES Distretti dell’Economia Solidale Trentina

I Distretti di Economia Solidale sono laboratori di sperimentazione civica, economica e sociale, e sono sostenuti dalla Provincia autonoma di Trento. I DES sono realizzati attraverso circuiti capaci di valorizzare le risorse territoriali in base a criteri di equità, di sostenibilità ambientale e socio-economica. Possono essere attivati per la realizzazione di filiere di consumo di beni e servizi, finanziamento, produzione, distribuzione e inserimento lavorativo.

Una rete fatta di nodi in collegamento tra loro, che interagiscono per un obiettivo comune: creare un’economia basata sulla valorizzazione delle relazioni tra i soggetti, su un’equa ripartizione delle risorse, sul rispetto e sulla tutela dell’ambiente, sul perseguimento di obiettivi sociali, sullo scambio di beni e servizi. L’economia non è più mossa dal solo profitto, ma assume una valenza sociale e inclusiva, iniziando ad avere cura di sé, degli altri, del mondo. È da qui che nascono politiche, progettualità, servizi, strutture che mettono in circolo le energie e le risorse, in un meccanismo di generatività virtuosa.

Le prime esperienze di Economia Solidale in Italia risalgono agli anni ’80. Questo decennio è stato toccato in particolare da due sperimentazioni: il commercio equo-solidale e le attività di risparmio “indirizzato” delle Società Mutue per l’Autogestione (MAG).

Negli anni ’90 possiamo invece trovare tre significativi movimenti: I gruppi dei bilanci di giustizia i gruppi di acquisto solidale e il consumo critico.

I DES, Distretti dell’Economia Solidale nascono quindi allo scopo di dare concretezza ai valori e ai vari movimenti nati in questi anni. Dobbiamo arrivare al 2007 perché la Provincia autonoma di Trento li finalizzi nell’art.

L’articolo 5 della l.p. 13/2007 cita testualmente: “nell’ambito delle rispettive competenze, mediante la realizzazione di iniziative di sensibilizzazione, informazione e divulgazione delle opportunità di collaborazione e dei relativi benefici, gli enti locali e la Provincia favoriscono la realizzazione di un distretto dell’economia solidale inteso quale circuito economico, a base locale, capace di valorizzare le risorse territoriali secondo criteri di equità sociale e di sostenibilità socioeconomica e ambientale, per la creazione di filiere di finanziamento, produzione, distribuzione e consumo di beni e servizi”. Tale disposizione deve essere letta in parallelo con l’articolo 43 della stessa normativa, nel quale si legge che “ai fini dell’integrazione tra le politiche sociali e del lavoro la Provincia si avvale degli strumenti previsti dalla normativa vigente idonei a valorizzare le capacità lavorative delle persone svantaggiate in carico ai servizi socio-assistenziali, allo scopo di creare i presupposti per la realizzazione di forme di economia solidale sulla base di ambiti di lavoro protetti”. Si tratta quindi di un modello particolare di distretto dell’economia solidale, nel quale la dimensione “lavoro” assume un ruolo fondamentale.

I DES vengono poi ripresi nell’art. 7 della legge 13/2010 (economia solidale e responsabilità sociale delle imprese) scrivendo “La Provincia sostiene iniziative finalizzate […] alla creazione dei DES previsti […] quali laboratori di sperimentazione civica, economia e sociale […]“.

Dall’analisi della normativa, sembra che il legislatore voglia rendere esplicito la connessione tra politiche di sviluppo economico, politiche sociali e politiche del lavoro

 

 

Tratto da ” Il Distretto dell’economia solidale (DES). Definizione, esperienze e opportunità di sviluppo nel contesto trentino – position paper / bozza per la  discussione -” a cura di Elisa Poletti e Flaviano Zandonai